Come investire

By 9 Comments on Come investireLast Updated: 14/03/2025Published On: 14/03/202532,6 min read

Come un buon amico che condivide la sua esperienza, mi presento per offrire una riflessione sincera sul tema del momento: come investire. Ho sempre creduto che l’investimento sia un modo per far lavorare il denaro al posto nostro, ma richiede metodo, fiducia e tanta pazienza. Ogni persona ha obiettivi, desideri e inclinazioni differenti. Non esiste un’unica strada per tutti, perché ognuno di noi ha una storia alle spalle e bisogni futuri da realizzare. Eppure, esistono principi e linee guida che si rivelano universali, perché basati su regole di buon senso, conoscenza dei mercati e, soprattutto, sulla cura dei propri risparmi. Con questo articolo desidero proporre un lungo viaggio tra opportunità, mercati e strategie, parlando di piani di accumulo, consulenze finanziarie, prospettive sul rischio e tanti altri aspetti che ruotano intorno al concetto di investimento. L’idea è farne un racconto, una sorta di guida organica, in cui le diverse sezioni siano facilmente individuabili dai titoli. Il mio augurio è che tutto ciò possa dare una visione completa e stimolante.

Indice dei contenuti

Il valore del denaro e l’importanza di investirlo

Il valore del denaro, così come quello del tempo, è un argomento che non smette mai di incuriosirmi. C’è un aspetto interessante che spesso ci dimentichiamo: il denaro non è soltanto uno strumento per comprare beni o servizi, ma è un vero e proprio mezzo per proteggere il nostro futuro. Se lo lasciamo a sonnecchiare per troppo tempo in un conto corrente, lentamente perde valore per l’effetto dell’inflazione. Questo fenomeno, invisibile giorno per giorno, nel lungo periodo diventa molto evidente: con l’aumento dei prezzi, la stessa somma di denaro ci consente di comprare meno beni rispetto a qualche anno prima. Allora capiamo come difendere il valore dei nostri risparmi sia essenziale.

Esistono tante motivazioni per cui una persona potrebbe decidere di investire. Alcuni desiderano costruirsi un piccolo paracadute di sicurezza per gli imprevisti, altri progettano una pensione serena, altri ancora mirano a obiettivi specifici come l’acquisto di una casa, il sostegno ai figli negli studi o la voglia di intraprendere un’avventura imprenditoriale. Qualunque sia lo scopo, la sostanza non cambia: investire significa mettere da parte una porzione di reddito attuale, per ottenere vantaggi e rendimenti futuri.

Molti si chiedono come iniziare, da dove partire. Alcune persone preferiscono contare su un consulente finanziario di fiducia, che sappia illustrare i prodotti e le strategie. Altre, invece, amano la ricerca autonoma, si documentano, cercano online, leggono i prospetti informativi e decidono a chi affidare i risparmi. È il meraviglioso intreccio di due aspetti: da un lato la prudenza, dall’altro la curiosità di capire come far crescere il proprio capitale. Personalmente, quando parlo di investimenti mi piace ricordare il valore di una buona educazione finanziaria: è il perno su cui ruota ogni decisione consapevole in materia di denaro.

Esiste un portale in Italia, quellocheconta.it, che promuove l’educazione finanziaria. È un’iniziativa preziosa perché fornisce indicazioni e risorse utili anche a chi si avvicina per la prima volta a questo mondo. Il sito parla di momenti che contano, di sapere che conta, offre pubblicazioni e risorse. È una lettura che suggerisco, perché mette l’investitore di fronte a una serie di riflessioni importanti. Per esempio, il fatto che ogni strumento abbia le sue caratteristiche di rischio e rendimento, il tema dell’orizzonte temporale, la propensione al rischio, la diversificazione. Queste considerazioni sono il cuore dell’educazione finanziaria. E molte banche, come ad esempio BPER Banca, oppure istituzioni pubbliche come Consob, mettono a disposizione guide e video esplicativi per chiarire i meccanismi delle obbligazioni, delle azioni e di altri prodotti finanziari. Lo sforzo comune è aiutare i cittadini a proteggere e valorizzare il capitale.

Gli obiettivi prima di tutto: capire cosa si vuole ottenere

Osservare gli investimenti senza avere in mente un obiettivo preciso è un po’ come salire su un’auto senza sapere dove si vuole andare. Ogni investimento deve rispondere a una domanda: a cosa mi serve questa somma di denaro? Alcuni puntano a risultati di breve termine, magari a un orizzonte di 2-3 anni, perché stanno risparmiando per un percorso di studi o per sistemare l’abitazione. Altri sognano di comprare casa in un tempo intermedio, intorno ai 10 anni. Altri ancora si concentrano su obiettivi di lungo termine, come la pensione, spalmando i propri sforzi su 20 o 30 anni di risparmio. L’orizzonte temporale, dunque, influenza profondamente le scelte di investimento.

Se una persona vuole mantenere i risparmi disponibili in tempi brevi, orientarsi verso un conto deposito o verso titoli di Stato con scadenza ravvicinata potrebbe essere una scelta sensata. Se invece il periodo è più lungo, come nel caso di un trentenne che vuole costruirsi una rendita, diversificare su strumenti azionari e obbligazionari con prospettive di guadagno sul lungo periodo può essere una valida strategia. Questa domanda cruciale – come voglio usare i miei soldi e quando – è la base di una decisione razionale.

L’importanza della propensione al rischio

Ogni strumento finanziario ha un suo livello di rischio. Esistono titoli di Stato, come i BTP italiani, con un rischio più basso di default, e ci sono azioni di piccole imprese tecnologiche che offrono rendimenti potenzialmente più alti, ma a costo di oscillazioni forti del prezzo. Il mercato azionario, soprattutto quello internazionale, può variare in modo significativo da un giorno all’altro. Una persona emotivamente incline a spaventarsi per le perdite temporanee potrebbe vivere male queste fluttuazioni, col rischio di vendere in fretta e cristallizzare la perdita. È un atteggiamento che rappresenta un errore tipico di chi si lascia trascinare dalle notizie negative dei media.

La capacità di sopportare la volatilità e di attendere che il tempo faccia il suo corso è determinante. Lo dico per esperienza, perché ho visto quante persone siano preoccupate nel vedere un calo in portafoglio, magari dovuto a una crisi di mercato passeggera o a una flessione di settore. Se si è consapevoli del rischio e si è preparati psicologicamente, è più facile restare fermi e non farsi influenzare dall’emotività. Questo non significa non tenersi informati, anzi. Ma vuol dire non assumere decisioni affrettate.

Informarsi, leggere e comprendere le scelte: la chiave dell’investitore accorto

Spesso dico che l’investimento di successo nasce dallo studio. Non serve una laurea in finanza per capire i principi di base: la regola numero uno è leggere con pazienza i documenti informativi dei prodotti che ci interessano. Nei prospetti, nei fogli informativi, nelle schede dei fondi o dei singoli titoli, troviamo le informazioni fondamentali per valutare il rischio, il rendimento atteso e le varie caratteristiche dello strumento. È vero, a volte questi documenti appaiono complessi, ricchi di grafici e di clausole, ma ritengo che un po’ di attenzione e il supporto di un intermediario autorizzato aiutino a fare chiarezza.

Le banche serie e le società di gestione del risparmio non hanno motivo di nascondere nulla. Forniscono al cliente i dati salienti: costi di sottoscrizione e di gestione, strategie di investimento, orizzonte temporale consigliato, volatilità passata e eventuali vincoli. Chi investe ha il diritto di chiedere ogni tipo di chiarimento. Non bisogna accontentarsi di informazioni generiche, perché quelle non bastano a prendere decisioni informate.

Consulenza finanziaria: quando e perché sceglierla

Alcune persone hanno la sensazione di dover fare tutto da sole, ma in certi casi chiedere aiuto a professionisti fa la differenza. Un consulente finanziario indipendente può offrire un accompagnamento personalizzato, costruendo un portafoglio coerente con gli obiettivi, il tempo a disposizione e la propensione al rischio del cliente. Per molti è un risparmio di tempo prezioso e una garanzia di tranquillità.

Questo non toglie che anche in presenza di un consulente serva curiosità e voglia di capire. La consulenza non è un abbonamento a occhi chiusi, bensì una collaborazione in cui il risparmiatore resta il principale attore. Ci sono consulenti in banca, consulenti indipendenti e anche robo-advisor, ossia piattaforme digitali che analizzano i dati dell’utente e propongono soluzioni algoritmiche di portafoglio. Ognuno sceglie la formula che sente più vicina al proprio stile. L’importante è valutare i costi, le competenze e l’affidabilità dell’interlocutore.

Diversificare per non mettere tutte le uova nello stesso paniere

Immagino un contadino che possiede un solo campo. Se coltiva un’unica varietà di pianta e si verifica un problema specifico, l’intero raccolto salta. Diversificare, invece, significa seminare piante diverse in campi diversi, in modo che anche se un raccolto va male, altri possano andare bene, bilanciando la situazione. Lo stesso principio vale per gli investimenti: se si mette tutto il capitale in un’unica azione e quella società crolla, il portafoglio subisce un danno enorme. Se invece si ha un paniere di titoli di più società, magari operanti in settori differenti, difficilmente tutte insieme verranno colpite in uguale misura.

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La diversificazione si attua anche su scala geografica: non è sempre saggio avere un portafoglio composto solo da titoli italiani, oppure di un’unica area geografica. Se l’economia locale subisce un rallentamento, si rischia di peggiorare la situazione. Un portafoglio ben diversificato include azioni di vari Paesi, settori, aziende di dimensioni diverse e, se lo si desidera, un mix di obbligazioni e strumenti monetari. Anche l’investimento in materie prime o immobili, magari tramite fondi specializzati, può essere una via per diversificare. L’importante è capire che diversificare non elimina il rischio, ma lo sparge su più fronti, riducendone l’impatto in caso di eventi negativi.

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Come costruire un portafoglio bilanciato

C’è chi preferisce separare i propri risparmi in varie categorie. Una quota la tiene sul conto corrente e la destina alle spese di breve termine, un’altra la mette in un conto deposito per ottenere un piccolo interesse, un’altra ancora la investe in titoli di Stato o buoni fruttiferi postali, e infine una parte la dedica a strumenti più dinamici, come le azioni o i fondi azionari. Ci sono investitori che usano i Piani di Accumulo (i cosiddetti PAC) per versare piccole somme periodiche su fondi o ETF, e così nel tempo accumulano un capitale investito sui mercati.

Gli ETF, acronimo di Exchange Traded Fund, replicano passivamente un indice di mercato, offrendo un costo di gestione solitamente inferiore rispetto ai fondi attivi e garantendo un’ampia diversificazione. Ci sono ETF che seguono l’indice S&P 500 americano, altri che replicano il mercato azionario europeo o asiatico, e via dicendo. Mescolando più ETF, si può costruire un portafoglio globale con spese ridotte. Oppure, se si vuole un approccio più flessibile, ci sono fondi comuni a gestione attiva, in cui un team di analisti studia i mercati e sceglie i titoli da acquistare. Entrambe le soluzioni hanno pro e contro, e la scelta dipende dall’inclinazione personale e dall’analisi costi-benefici.

Rischio e rendimento: un binomio inscindibile

Un altro elemento di riflessione importante riguarda la correlazione tra rischio e rendimento. Se una persona cerca un investimento sicuro, senza fluttuazioni, è bene che si prepari a rendimenti piuttosto modesti. È per questo che i conti correnti e i libretti postali non offrono grandi percentuali di interesse: il livello di sicurezza è alto, i soldi restano prontamente disponibili, il rischio di perdere il capitale è molto basso. Ma si paga il prezzo di un tasso d’interesse basso e, in periodi di inflazione elevata, il valore reale di quel denaro tende a erodersi.

Nel novero delle opzioni considerate a basso rischio rientrano i Titoli di Stato, come i BOT (a breve termine), i BTP (a medio-lungo termine) e i Buoni Fruttiferi Postali, garantiti da Cassa Depositi e Prestiti. Hanno un rendimento modesto, ma più alto di un semplice deposito in conto corrente, e offrono una certa stabilità. Chi sceglie di investire in un BTP deve sapere che il prezzo dei titoli può oscillare sul mercato secondario, anche se, a scadenza, si riceve il valore nominale più l’eventuale cedola periodica. Esistono anche i BTP indicizzati all’inflazione, che proteggono il potere di acquisto. Per scadenze lunghe, la durata del vincolo e l’andamento dei tassi vanno valutati con cura.

L’orizzonte di lungo periodo e la pazienza necessaria

Chi cerca rendimenti più alti può dedicare una parte del capitale alle azioni. Il mercato azionario ha dimostrato, con un’ottica di 20 o 30 anni, di offrire performance mediamente superiori ad altri strumenti. Eppure, bisogna mettere in conto che questi guadagni non seguono un andamento lineare e che, in certi periodi, i portafogli azionari possono perdere valore. Chi ha la pazienza di aspettare i cicli di rialzo tendenzialmente ottiene un buon risultato. Il concetto di “compounding” o interesse composto è il segreto dei grandi capitali costruiti nel tempo: reinvestendo i dividendi, o continuando ad accumulare quote quando i prezzi sono bassi, nel lungo periodo si riescono a ottenere rendimenti molto interessanti.

Alcuni preferiscono un approccio più dinamico, magari con strategie di breve termine, come il trading online. Non c’è nulla di sbagliato, ma occorre conoscenza elevata dei mercati, tempo e nervi saldi. Senza una preparazione adeguata, il rischio di errori e perdite può essere alto. Personalmente, sono sempre stato un sostenitore degli investimenti di lungo periodo, che si basano su analisi profonde e sulla logica della capitalizzazione graduale, piuttosto che sulle scommesse mordi e fuggi.

Gli strumenti a disposizione del risparmiatore

I fondi comuni sono veicoli che raccolgono denaro da una pluralità di investitori e lo impiegano in un portafoglio diversificato di titoli. Permettono anche a chi ha piccole somme di accedere a mercati che sarebbero altrimenti difficili da raggiungere singolarmente. La gestione è affidata a professionisti, che cercano di comporre un portafoglio in linea con la politica del fondo, bilanciando rischio e opportunità. I costi di gestione vanno valutati con attenzione, perché possono incidere molto sui rendimenti, specialmente nel lungo periodo. Se i costi annuali sono elevati, la performance ne risente. Per questo i fondi passivi come gli ETF hanno acquisito molta popolarità: replicano un indice e hanno costi più contenuti.

I conti deposito e i prodotti postali

Per chi non se la sente di avventurarsi nei mercati azionari o obbligazionari, esistono i conti deposito. Gli istituti di credito offrono un interesse predefinito in cambio del vincolo del denaro per un certo periodo. Più lungo è il vincolo, più alto è di solito il tasso. Chi sceglie un vincolo di 36 mesi ottiene un rendimento superiore rispetto a un conto deposito libero. Anche in questo caso bisogna considerare la possibilità di dover sbloccare la cifra prima della scadenza, perdendo magari parte degli interessi. I Buoni Fruttiferi Postali sono un’altra alternativa semplice e trasparente. Garantiti dallo Stato, offrono un rendimento più alto del conto corrente e non hanno costi di sottoscrizione né di gestione.

Il ruolo della fiscalità e dei vantaggi per i risparmiatori

Quando si riceve un dividendo azionario o si incassano gli interessi su un’obbligazione, occorre ricordare che su quei guadagni si paga una tassazione. In Italia, la maggior parte degli strumenti finanziari è soggetta a un’imposta del 26% sugli interessi o plusvalenze, fatta eccezione per i Titoli di Stato italiani ed equiparati, soggetti al 12,5%. Anche i fondi o gli ETF subiscono una tassazione sulle plusvalenze realizzate. È importante calcolare questo aspetto, perché influisce sul rendimento netto effettivo.

Le banche offrono il regime amministrato, che addebita automaticamente le imposte sui guadagni in caso di vendita dello strumento, semplificando le cose per l’investitore. Esiste anche il regime dichiarativo, in cui è lo stesso contribuente a dover indicare i profitti nella dichiarazione dei redditi. Molti investitori scelgono la strada del regime amministrato per comodità. Vale la pena sapere che, in caso di minusvalenze, è possibile compensarle con plusvalenze successive entro un certo arco di tempo, in modo da ridurre l’imposta dovuta.

Vantaggi dei Piani di Risparmio e delle forme previdenziali

In Italia esiste la possibilità di investire in forme incentivanti come i PIR (Piani Individuali di Risparmio) che offrono benefici fiscali, purché si rispettino specifici requisiti di durata minima e di composizione del portafoglio. I PIR consentono di ottenere un’esenzione dalla tassazione sulle plusvalenze se l’investimento viene mantenuto per almeno cinque anni. Sono uno strumento concepito anche per finanziare le piccole e medie imprese italiane. Il soggetto che sottoscrive un PIR si impegna a non superare determinati limiti annui e globali di investimento e a mantenere la quota per il tempo richiesto. La contropartita è l’assenza di imposta sulle plusvalenze.

Esistono inoltre soluzioni previdenziali, come i fondi pensione aperti o chiusi, che permettono di dedurre i versamenti fino a un certo limite annuale, ottenendo un vantaggio fiscale immediato. Il capitale accumulato potrà poi essere riscattato al raggiungimento dell’età pensionabile, o in alcuni casi anticipato per motivi specifici. Sono soluzioni interessanti per chi desidera pianificare una pensione serena e integrare quella offerta dal sistema pubblico.

Gli aspetti psicologici: come evitare errori dettati dall’emotività

Nel mondo degli investimenti, l’emotività è spesso un nemico silenzioso. Esistono bias cognitivi che ci portano a comportarci in maniera irrazionale. Alcuni investitori si spaventano davanti a una flessione di mercato e vendono subito, temendo di perdere tutto. Altri, al contrario, vedendo un titolo in forte crescita decidono di comprarlo senza valutarne le ragioni, mossi dall’avidità del momento. Il risultato può essere disastroso, perché si acquista caro e si vende a prezzi stracciati, ignorando la logica di un trend di lungo periodo.

Un buon metodo per limitare la componente emotiva è adottare una strategia di ingresso graduale, come il Piano di Accumulo (PAC), in cui si investe una somma fissa ogni mese. Se i prezzi scendono, si comprano più quote. Se i prezzi salgono, si compra a un prezzo maggiore ma si partecipa alla crescita del mercato nel tempo. Così la media dei prezzi di carico si fa più uniforme. Questo genere di disciplina aiuta ad aggirare le tentazioni di chi cerca il market timing perfetto, che è molto difficile da individuare con certezza.

Restare aggiornati senza farsi condizionare

Essere informati è indispensabile: leggere un quotidiano finanziario, seguire i report delle società, monitorare le analisi macroeconomiche, dà un quadro generale sullo stato dei mercati e dell’economia. Nessuno dice di restare attaccati allo schermo tutto il giorno, e nemmeno di inseguire ogni notizia che appare in tv. Però avere un ritmo regolare di aggiornamento, magari settimanale, permette di restare consapevoli. Se si notano tendenze o cambiamenti nelle politiche monetarie, può essere utile confrontarsi con il consulente o riflettere se il proprio portafoglio sia ancora adatto alle nuove condizioni.

Un esempio: se la Banca Centrale Europea inizia ad alzare i tassi di interesse in modo marcato, i prezzi dei bond sul mercato secondario potrebbero scendere. Chi detiene obbligazioni con lunghissime scadenze potrebbe vederne oscillare il valore. Se si ha un orizzonte di lungo periodo, ci si potrebbe limitare ad attendere la naturale scadenza, beneficiando della cedola. Se invece le scadenze sono ravvicinate, si subirà meno l’effetto del rialzo dei tassi. È una valutazione che si può fare solo essendo a conoscenza di ciò che accade, restando però lucidi e non facendosi prendere da timori eccessivi.

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Prodotti e servizi innovativi per investire

Negli ultimi anni, con l’evoluzione tecnologica, si sono sviluppati numerosi strumenti e servizi dedicati ai piccoli risparmiatori. Il trading online consente di acquistare e vendere azioni, ETF, fondi, obbligazioni e altri prodotti finanziari comodamente da casa, con un computer o uno smartphone. Le commissioni sono spesso inferiori rispetto ai canali tradizionali, e l’accesso ai mercati è continuo. È una grande opportunità, ma comporta anche dei rischi, perché la facilità di operare potrebbe spingere alcuni investitori a fare troppi movimenti di breve periodo, aumentando i costi totali e le probabilità di errore.

Alcune piattaforme sono specializzate in segmenti specifici, come le criptovalute, altre invece offrono un ventaglio completo di prodotti finanziari. Ci sono poi i robo-advisor, ovvero sistemi digitali che, sulla base del profilo di rischio dell’investitore, costruiscono un portafoglio bilanciato. È una forma di consulenza automatizzata, con costi spesso contenuti. Non sostituisce la consulenza umana, perché manca di quell’empatia e dell’analisi qualitativa che un professionista in carne e ossa può offrire, ma in alcuni casi risulta una via intermedia pratica e rapida.

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Crowdinvesting e investimenti in startup

Chi cerca opportunità diverse può valutare il mondo del crowdinvesting, che comprende equity crowdfunding, lending crowdfunding e real estate crowdfunding. Sono piattaforme che consentono di investire capitali in progetti imprenditoriali o immobiliari, spesso legati a startup o PMI non quotate. Il primo passo è l’equity crowdfunding, in cui si acquisiscono quote di partecipazione in una società. Se la società cresce di valore, l’investitore ne beneficia, anche se esiste ovviamente il rischio di perdere il capitale in caso di insuccesso. Il lending crowdfunding permette invece di prestare denaro a privati o imprese, ricevendo un interesse.

Il real estate crowdfunding si concentra su operazioni immobiliari, dove una società proponente acquista, ristruttura o costruisce un immobile e poi ne vende le quote. Il vantaggio è quello di poter entrare, con somme relativamente modeste, in progetti che prima erano riservati solo a grandi investitori. Il rischio è correlato all’andamento del mercato immobiliare e alla solidità del progetto. L’idea di fondo è che queste formule di crowdinvesting possano offrire rendimenti interessanti, a patto di accettare una volatilità e una rischiosità più elevate.

Il fattore tempo: come monitorare l’investimento nel corso degli anni

Un errore comune è dimenticarsi del proprio investimento, oppure seguirlo in modo eccessivamente assillante. Una via di mezzo può risultare ottimale. Se si hanno fondi o ETF, guardare l’andamento ogni settimana non è particolarmente costruttivo, perché si rischia di soffrire ogni minima oscillazione. Controllare con cadenza trimestrale o semestrale, invece, permette di capire se tutto procede secondo le aspettative. Il cosiddetto ribilanciamento, cioè la riallocazione delle quote del portafoglio, è una pratica essenziale. Se, per esempio, la componente azionaria è cresciuta molto e supera di gran lunga la nostra quota stabilita, potremmo valutare di vendere una parte di azioni e incrementare la componente obbligazionaria, riportando il portafoglio alla struttura originaria.

L’idea della maratona al posto dei cento metri

Costruire un portafoglio che possa dare risultati solidi è più simile a una maratona che a una corsa veloce di cento metri. Bisogna resistere alla tentazione di cambiare idea ogni volta che ci sono oscillazioni significative. La pazienza premia chi investe in maniera costante, puntando alla crescita lenta e continua. Molte ricerche confermano che cercare di individuare i momenti perfetti di ingresso e di uscita dal mercato è estremamente difficile, persino per i professionisti. Uscire troppo presto da un trend rialzista significa perdere la parte di guadagno finale, e rientrare tardi in un mercato che ha già iniziato a risalire significa non beneficiare dei primi passi di recupero.

Questa mentalità da maratoneta vale soprattutto per i grandi obiettivi di vita, come la pensione o l’istruzione dei figli. Ci si dà un orizzonte di almeno 5-10 anni, meglio se 15 o 20, e si mantiene una disciplina d’investimento. Poi, con controlli periodici, si verifica se la rotta è corretta. È un approccio più rilassante, perché tiene lontano l’ansia di dover reagire a ogni notizia o a ogni spiffero di mercato.

Come prepararsi ai periodi di crisi

I mercati finanziari non crescono in linea retta. Ci sono periodi di boom e fasi di contrazione, crisi globali, tensioni geopolitiche, crolli di alcuni settori. Un investitore che ha una prospettiva di lungo periodo vive più di una crisi nel corso della sua carriera. È importante sapere che la storia mostra cicli: dopo le fasi di calo, spesso arrivano recuperi significativi. Il 2008, con la crisi dei mutui subprime, ha visto crolli marcati nelle borse di tutto il mondo. Eppure, negli anni successivi ci sono stati forti rimbalzi, tanto che chi ha mantenuto la posizione ha recuperato e spesso anche superato i valori precedenti. La pandemia del 2020, inizialmente, ha portato incertezza e panico, ma il mercato azionario si è ripreso in tempi rapidi. Gli investitori che hanno venduto per paura si sono pentiti di non aver atteso.

Naturalmente, nessuno ha la sfera di cristallo per dire quanto durerà una crisi o quanto sarà profonda. La lezione che traggo è di mantenere la rotta, a patto che il proprio portafoglio sia stato costruito con un razionale ben preciso. Se una crisi evidenzia invece una fragilità intrinseca nella costruzione del portafoglio, vale la pena riconsiderare le scelte fatte.

Creare un “fondo di emergenza”

Prima di iniziare a investire, è consigliabile conservare una somma di denaro liquida per le emergenze. Se non si ha un cuscinetto che copra almeno alcuni mesi di spese, un imprevisto potrebbe obbligare a liquidare precipitosamente parte degli investimenti in un momento sfavorevole. Avere un fondo di emergenza, possibilmente parcheggiato su un conto che paghi un minimo di interessi, protegge dall’esigenza di vendere per necessità. Gli imprevisti capitano: la spesa del dentista, la macchina che si rompe, l’esigenza di coprire un’emergenza familiare.

Un fondo di emergenza evita di dover smantellare un portafoglio di lungo periodo, vendendo magari azioni mentre il mercato è ribassista. È un approccio che insegna una delle regole fondamentali: prima la sicurezza di una base solida, poi l’investimento. La solidità finanziaria personale si costruisce a strati, con un gradino di protezione e poi con la possibilità di puntare alla crescita del capitale.

L’investimento e la logica dell’indipendenza finanziaria

C’è un momento in cui, nella vita di un risparmiatore, la meta diventa la possibilità di vivere, almeno in parte, dei rendimenti ottenuti dal proprio patrimonio. Alcuni aspirano alla pensione anticipata, altri vogliono dedicarsi a iniziative sociali o imprenditoriali con la tranquillità di avere una fonte di reddito. In questi casi, si comincia a organizzare il portafoglio in modo da generare un flusso cedolare o dividendi sufficienti per coprire le necessità. Alcune azioni distribuiscono dividendi generosi e costanti, alcune obbligazioni e titoli di Stato offrono cedole stabili o variabili. Gli investimenti immobiliari, se ben gestiti, possono dare redditi da affitto. La composizione di un simile portafoglio richiede equilibrio, perché occorre garantire stabilità del reddito nel lungo periodo, evitando rischi eccessivi.

Le azioni definite “value” o “blue chip” di società solide possono essere un buon complemento, perché consentono la possibilità di ricevere dividendi e, in alcuni casi, di sfruttare la crescita. Le utility, i settori di consumo difensivo, le banche e altri comparti hanno la tradizione dei dividendi. Occorre però guardare anche alla sostenibilità di quei dividendi, per comprendere se l’azienda potrà mantenerli o se rischia di tagliarli in un momento di difficoltà.

Non dimenticare la componente assicurativa

Se l’investitore si sta costruendo un futuro di lungo periodo, includere una polizza assicurativa specifica può essere utile. Non si tratta di un investimento, ma di una protezione. Alcune assicurazioni sulla vita o polizze sanitarie consentono di tutelare il nucleo familiare dagli eventi avversi. La serenità che deriva dal sapere che, in caso di incidente o malattia, non si verrà travolti da spese impreviste, permette di avere un approccio più sereno anche nel mondo degli investimenti.

Strategie avanzate e nicchie di mercato

Tante voci parlano di criptovalute. Ethereum, Bitcoin, Ripple, e molti altri nomi popolano i social. Alcuni li considerano un punto di riferimento per il futuro, altri li vedono come una bolla speculativa. È un comparto dal potenziale elevato, ma con una volatilità estrema. Chi desidera avvicinarsi a questo mondo deve esserne consapevole. Investire in criptovalute significa assumersi un rischio elevato di variazioni di prezzo nel breve periodo. Alcuni paesi stanno valutando regolamentazioni più rigide, e questo può influenzare la liquidità e l’adozione di tali strumenti.

Non esiste una regola aurea, ma se qualcuno desidera dedicare una quota del proprio portafoglio alle criptovalute, il suggerimento è di mantenerla modesta, come una frazione che si è disposti a perdere senza compromettere il resto del patrimonio. Diversi exchange online consentono la compravendita di criptovalute, ma è essenziale controllare l’affidabilità e la sicurezza delle piattaforme.

L’investimento etico e ESG

Molti risparmiatori pongono attenzione a dove collocano il proprio capitale. È cresciuto, negli ultimi anni, l’interesse per i fondi ESG, che integrano criteri ambientali, sociali e di governance nella selezione dei titoli. In questo modo, si privilegiano aziende che adottano politiche ecocompatibili, rispettano i diritti dei lavoratori, hanno una struttura di governance trasparente e responsabile. È un modo per far fruttare il denaro, cercando di generare un impatto positivo sulla società e sul pianeta.

Le performance dei fondi ESG non sono necessariamente inferiori a quelle dei fondi tradizionali. Anzi, spesso aziende ben gestite sotto il profilo sociale e ambientale presentano meno rischi reputazionali e di sanzioni, con un orizzonte che può portare solidi rendimenti. Chi desidera approfondire trova oggi molte linee di investimento ESG in banche e SGR, con report dettagliati sulle metodologie di valutazione.

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Investire in immobili e altre opportunità

Un’opzione tradizionale è l’investimento immobiliare, che in alcuni periodi, e specialmente in certe aree, ha dato grandi soddisfazioni. Una casa, un appartamento in una zona turistica, un locale commerciale in un quartiere in crescita: tutte situazioni che generano rendimento grazie agli affitti, e che possono rivalutarsi nel tempo. È un investimento impegnativo, perché richiede cifre rilevanti e una gestione degli aspetti burocratici. Può comportare tasse sulla proprietà e possibili spese di manutenzione. Inoltre, la liquidità è inferiore rispetto ad altri investimenti, perché vendere un immobile rapidamente può essere complicato se il mercato non è in forma. Eppure, molte persone amano il mattone per la sicurezza psicologica che trasmette e per la possibilità di avere un flusso di reddito costante e tangibile.

Fondi immobiliari e crowdfunding

Per chi vuole investire in immobili con somme minori, esistono i fondi immobiliari, ossia veicoli che raccolgono denaro per acquistare e gestire patrimoni immobiliari: uffici, centri commerciali, strutture ricettive, residenze. In tal modo si diluisce il rischio, perché il fondo è proprietario di più immobili. Inoltre, è possibile comprare e vendere le quote del fondo in borsa, se si tratta di fondi quotati, con un grado di liquidità maggiore rispetto all’acquisto diretto di un appartamento.

Esiste anche la strada del crowdfunding immobiliare, che offre la possibilità di partecipare a singole operazioni di acquisto, ristrutturazione e vendita di edifici, oppure di costruzione di complessi residenziali. Alcune piattaforme online propongono progetti con prospettive di rendimento interessanti, a patto di comprendere il rischio di un eventuale insuccesso dell’operazione. È un modo per diversificare il portafoglio, ottenendo una fetta di investimento nel mercato del mattone senza dover acquistare un intero appartamento.

Monitorare, valutare e aggiustare la strategia

Una delle fasi più delicate è la decisione di vendere un investimento e di passare ad altro, oppure di incrementare ulteriormente la quota in uno strumento che sta dando buoni risultati. Spesso capita di vendere troppo presto uno strumento che ha ancora spazio di crescita, oppure di rimanere ancorati a un titolo in crisi. Per fare scelte ragionate, si può definire fin dall’inizio un piano con livelli di prezzo o condizioni che giustifichino un cambio di strategia. Per esempio, se un titolo cresce del 30% oltre una soglia che si considera equa, si potrebbe decidere di alleggerire la posizione, incassando i profitti e destinandoli ad altro.

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Altre volte si vende quando l’investimento è in calo. Chi assume un orizzonte di lungo termine deve domandarsi se le ragioni della scelta iniziale sono venute meno o se si tratta di una flessione passeggera, legata a vicende di mercato. Tagliare i rami secchi è saggio, rimanendo consapevoli che nessun investimento va trattenuto solo per scaramanzia o per non ammettere un errore. Fare una valutazione oggettiva e decidere di volta in volta è il cuore dell’esperienza che si matura sul campo.

I segnali di crescita personale

Pian piano, l’investitore impara a conoscere meglio i meccanismi finanziari, si sente più sicuro nell’interpretare un bilancio aziendale, un prospetto di fondi, le tendenze macroeconomiche. È un percorso che arricchisce mentalmente e che porta a migliorare le scelte nel tempo. Dico sempre che sbagliare fa parte della formazione: anche i migliori analisti non hanno ragione su tutto. L’importante è non commettere errori così gravi da compromettere il patrimonio. L’esperienza, unita a una buona dose di umiltà, fa sì che i risultati miglioreranno di anno in anno.

Uno sguardo finale: la costruzione di un futuro sereno

Gli investimenti rappresentano un tassello di vita importante. Garantire un futuro di tranquillità, avere la possibilità di realizzare i propri progetti, sostenere gli studi dei figli, dedicarsi alle passioni o preparare la pensione: tutto passa anche dalla gestione consapevole del denaro. Riconosco che non si tratta di un’attività facile o priva di ostacoli, però, con un mix di informazione, costanza e prudenza, è possibile ottenere risultati migliori di quanto si creda. Molte persone iniziano con piccole somme, scoprendo poi di riuscire nel tempo a far fruttare i risparmi. Ogni euro investito con cognizione diventa un seme che, annaffiato dal tempo, può crescere rigoglioso.

L’importanza di divulgare la conoscenza finanziaria

La strada verso una piena coscienza degli investimenti passa anche dalla formazione dei giovani, dalla pubblicazione di guide accessibili, da iniziative statali e private che favoriscano la diffusione di concetti chiave. Gli enti istituzionali, come la Consob, il Comitato per l’Educazione Finanziaria, Banca d’Italia, e altre realtà, hanno incrementato negli ultimi anni i progetti dedicati, come quello del Portale dell’Educazione Finanziaria quellocheconta.it, la Guida all’investimento di Consob, le guide messe a disposizione da Poste Italiane e dalle banche. È un segnale positivo, perché un cittadino con solide basi finanziarie è in grado di proteggersi dalle truffe, compie scelte più responsabili e partecipa con maggiore consapevolezza alla vita economica del Paese.

Il valore della costanza e della ricerca continua

Ho avuto la fortuna di osservare tanti investitori nel corso della mia vita professionale. Molti mi hanno raccontato le proprie speranze, le vittorie e gli errori commessi. Sento che la costante che accomuna quelli che hanno raggiunto buoni risultati è la disciplina. Non sono stati i più audaci, non sono stati i più geniali, ma i più pazienti, gli investitori che hanno dedicato tempo a studiare, hanno selezionato con cura gli strumenti, hanno diversificato in modo equilibrato, hanno tenuto duro nelle fasi di crisi senza cedere alle emozioni. Hanno accettato i momenti di difficoltà come parte del processo di crescita del capitale, hanno rivalutato periodicamente il portafoglio, si sono aggiornati e hanno corretto gradualmente la rotta.

Mi piace pensare all’investimento come a una piantina che cresce: la si cura, la si innaffia, si ripuliscono le foglie secche, le si concede il tempo di mettere solide radici. Chi ha fretta di vederla fiorire in pochi giorni rimane spesso deluso, ma chi ha lo sguardo lungo e impara ad aspettare, nel momento giusto raccoglie fiori e frutti di grande qualità. Resto convinto che questa sia l’immagine che meglio sintetizza l’arte di investire.

La grande opportunità di fare la differenza

Chi ha la fortuna di disporre di un capitale, anche modesto, possiede un’opportunità che non va sprecata: l’opportunità di far lavorare i risparmi per costruire progetti, realizzare sogni e affrontare serenamente gli imprevisti. Investire significa prendere decisioni di ampio respiro, selezionando con cura i settori, le aziende e gli strumenti finanziari che riflettono la propria visione del mondo. Ci si può concentrare su aspetti di sostenibilità, di innovazione, di supporto alle economie locali, oppure puntare sullo sviluppo delle infrastrutture e delle nuove tecnologie.

Il mercato offre infinite possibilità: dall’azionario alle obbligazioni corporate, dai BTP alle materie prime, dai fondi comuni ai piani di accumulo. E ci sono servizi di formazione e consulenza che possono affiancare l’investitore in modo professionale. Nella mia esperienza, la saggezza nasce dalla sinergia tra la conoscenza dei mercati e la chiarezza sui propri obiettivi di vita. Aggiungo che serve un pizzico di coraggio: restare immobili e non fare nulla per paura di sbagliare è spesso l’errore più grande. Il denaro lasciato a stagnare in conti senza interessi, nel tempo, perde potere d’acquisto.

La saggezza popolare ci ricorda che le fondamenta sono importanti e si costruiscono mattone dopo mattone. Lo stesso vale per il patrimonio di una famiglia o di un singolo individuo. Qualche mattone può anche essere inclinato, l’essenziale è che l’edificio nel complesso regga. Se ci accorgiamo di un mattone fuori posto, possiamo sempre intervenire per livellarlo. L’importante è non smettere mai di valutare se la costruzione si sta sviluppando nella direzione desiderata. E quando ci si rende conto di aver sbagliato qualcosa, il modo migliore di rimediare è studiare, chiedere consiglio, ridefinire la strategia.

Uno sguardo alla società e alle nuove generazioni

Oggi, rispetto a venti o trent’anni fa, i giovani si trovano di fronte a un contesto più complesso e articolato. Sono nativi digitali, hanno accesso a piattaforme di trading online, criptovalute, robo-advisor, crowdfunding, social trading. Il rischio è quello di venir attratti dalle sirene di guadagni facili e rapidi, cadendo in trappole o sistemi poco trasparenti. Mi appello a loro: la tecnologia è un dono straordinario, ma dev’essere accompagnata da buon senso e conoscenza. Dietro i facili slogan, spesso si nascondono costi elevati e rischi altissimi.

I genitori che hanno a cuore il futuro economico dei figli possono fin da subito insegnare a risparmiare una piccola porzione della paghetta, magari aprire un libretto di risparmio dedicato ai minori o insegnare loro che ogni spesa va ponderata, senza per forza rinunciare al divertimento. C’è una pedagogia del denaro che non sempre viene trasmessa nelle scuole. E credo che, se le nuove generazioni acquisissero queste basi, l’intera società ne trarrebbe beneficio.

Un percorso che porta alla soddisfazione personale

Portare a termine un piano di accumulo, assistere alla crescita di un fondo azionario, vedere le cedole obbligazionarie che arrivano con regolarità, constatare l’affitto che produce reddito da un immobile acquistato per tempo: tutte esperienze che generano soddisfazione, non solo per il ritorno economico, ma perché rappresentano la dimostrazione concreta di un progetto di vita ben pianificato. Conoscere le dinamiche dei mercati regala anche una forma di libertà: si diventa più capaci di scegliere, di negoziare con le banche, di distinguere un’opportunità da una speculazione.

La stessa BPER Banca, come altre realtà, propone guide per i piccoli investitori, parlando di investimenti a basso rischio e di strumenti flessibili. È un altro segnale che la cultura finanziaria si sta diffondendo. Le pubblicazioni di Consob e i documenti ufficiali, le guide di Poste Italiane e i servizi digitali disponibili sul portale quellocheconta.it, tutto converge in un grande puzzle che ha come fine l’emancipazione del risparmiatore. L’interesse delle autorità nel promuovere questi contenuti è un vantaggio. Il passo successivo è l’iniziativa del singolo: leggere, chiedere, confrontare, fare domande al proprio consulente o alla propria banca. Sono gesti che possono cambiare il nostro modo di vedere il denaro.

Conclusione dell’articolo

Un articolo come questo ci consente di sfiorare moltissimi argomenti, eppure il mondo degli investimenti è ancora più vasto di quanto si possa immaginare. Ho voluto raccontare i punti essenziali per chi desidera iniziare o per chi già investe, ma desidera rivedere le proprie strategie con uno sguardo più ampio. Dai concetti basilari di orizzonte temporale e propensione al rischio, alla scelta tra azioni e obbligazioni, dai fondi comuni agli ETF, dai conti deposito ai Buoni Fruttiferi Postali, dalle strategie di diversificazione a quelle più avanzate come il crowdfunding e le criptovalute: si crea un mosaico che riflette la varietà delle possibilità disponibili. Siamo tutti alla ricerca di stabilità e di opportunità. Con un pizzico di pazienza, metodo e prudenza, e con la volontà di mantenersi aggiornati, possiamo trarre il meglio dal nostro patrimonio e, perché no, trasmettere ai nostri cari una piccola eredità di saggezza finanziaria, insieme ai frutti tangibili di un capitale ben curato. Non esiste idea più bella, a mio parere, di vedere generazione dopo generazione persone capaci di gestire il denaro con equilibrio, serenità e rispetto dei propri sogni. L’augurio è che queste riflessioni possano contribuire a questo splendido percorso.

About the Author: Luca Spinelli

Fondatore e direttore di consulente-finanziario.org, Luca Spinelli è un consulente finanziario indipendente. Specializzato in pianificazione finanziaria e gestione di portafoglio, è appassionato di educazione finanziaria e si dedica a fornire consigli trasparenti ma soprattutto indipendenti per aiutare i lettori a prendere decisioni informate. Con uno stile diretto ed accessibile, Luca rende semplici anche i temi più complessi, garantendo sempre la massima attenzione alle esigenze dei suoi clienti e lettori.

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9 Comments

  1. Alessio Ferri at - Reply

    Investire significa costruire il proprio futuro con consapevolezza, pianificando ogni scelta con criterio e lungimiranza. Mi piace questo articolo mio caro Luca.

  2. Michele at - Reply

    Articolone

  3. Davide Moretti at - Reply

    Se investire è un modo per far lavorare il denaro, quanto conta davvero la pazienza nel raggiungere i propri obiettivi finanziari? Mi spiace vedere molti non chiederselo e non capirlo.

  4. Giovanni at - Reply

    Un articolo solido e ben strutturato

  5. Davide at - Reply

    Dove dovrebbe iniziare qualcuno che ha appena 19 anni e pochi risparmi?

    • Ciao Davide. Domanda più complessa di quel che sembra. Ovviamente andrebbe discusso il caso specifico in studio ma il risparmio e la lungimiranza sono la chiave. Studia, lavora e risparmia. Quando hai un fondo d’emergenza, che in linea di massima ti copra per 3-12 mesi, si può parlare di PIC e PAC.

  6. Mattia at - Reply

    Estremamente ben scritto!

  7. Riccardo at - Reply

    Qui vi siete superati. Che bomba ragazzi. Da far leggere anche a mia nonna che almeno capisce un po’ di cose.

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