L’aumento della speranza di vita e le implicazioni sulle pensioni
Nel 2024 l’Istat ha certificato un importante incremento della speranza di vita in Italia. Questo dato, apparentemente solo statistico, ha implicazioni concrete per milioni di lavoratori e pensionati, in particolare sul fronte dei requisiti anagrafici e contributivi per accedere alla pensione.
Un dato che incide sulle regole previdenziali
Secondo i ricercatori dell’Istat, la speranza di vita a 65 anni nel 2024 ha raggiunto i 21,2 anni, il livello più elevato mai registrato dal 2002. Rispetto al 2023, l’incremento è stato di tre mesi. La media del biennio 2023-2024, che rappresenta la base per l’adeguamento dei requisiti pensionistici previsto nel 2027, segna un miglioramento di oltre sette mesi rispetto al biennio precedente. Tuttavia, parte di questo aumento deve compensare la perdita registrata durante la pandemia. Tenuto conto di questa riduzione, l’adeguamento effettivo nel 2027 sarà limitato a tre mesi.
L’intervento del Governo e le dichiarazioni di Durigon
Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha annunciato che il Governo interverrà per evitare l’incremento dell’età pensionabile previsto dalla normativa. Secondo le attuali regole, l’aumento della speranza di vita comporterebbe un innalzamento dell’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni e tre mesi e dei requisiti contributivi per la pensione anticipata a 43 anni e un mese. Durigon ha ribadito che la linea dell’esecutivo è quella di congelare l’adeguamento previsto per il 2027, mantenendo l’età di vecchiaia a 67 anni e i contributi per l’anticipo a 42 anni e 10 mesi.
L’analisi demografica dell’Istat
La crescita della speranza di vita nel 2024 è stata generalizzata e ha riguardato sia gli uomini sia le donne. La speranza di vita alla nascita è stimata in 81,4 anni per gli uomini e in 85,5 anni per le donne. Questo rappresenta un guadagno di circa cinque mesi rispetto all’anno precedente. Rispetto ai livelli pre-pandemici, il Paese ha recuperato terreno, tornando su valori che superano quelli del 2019.
Il calo della mortalità
Nel 2024 si sono registrati circa 651mila decessi, ventimila in meno rispetto al 2023. Si tratta del dato più basso dal 2019, con un tasso di mortalità pari a 11 decessi ogni 1.000 abitanti. Questo miglioramento è legato a una serie di fattori, tra cui l’attenuazione delle epidemie influenzali, condizioni climatiche più favorevoli e l’assenza di eventi eccezionali come quelli che hanno caratterizzato il periodo pandemico. Il fenomeno non è nuovo: già in passato si è osservato come dopo picchi di mortalità, come nel 2012, 2015 e 2020-2022, segua un calo nei periodi immediatamente successivi.
Variazioni territoriali della popolazione
La popolazione residente in Italia al 31 dicembre 2024 è stimata in 58 milioni e 934mila individui, in calo di 37mila unità rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il calo non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Il Nord registra un lieve aumento (+1,6 per mille), mentre il Centro e il Mezzogiorno mostrano una decrescita rispettivamente dello 0,6 e del 3,8 per mille. Alcune regioni, come il Trentino-Alto Adige e l’Emilia-Romagna, registrano tassi di crescita sopra la media nazionale. Al contrario, la Basilicata e la Sardegna sono tra le regioni con i maggiori cali demografici.
Le implicazioni per la pianificazione previdenziale
L’aumento della speranza di vita impone una riflessione seria sul sistema pensionistico. Un Paese in cui le persone vivono più a lungo deve fare i conti con la sostenibilità delle prestazioni nel tempo. I tre mesi di aumento previsti per il 2027 rappresentano solo un tassello di un’evoluzione che, se non governata, può mettere in difficoltà i conti pubblici e generare tensioni sociali. Non è un caso che, mentre da un lato l’Istat fotografa un progresso oggettivo della salute pubblica, dall’altro il Governo intenda sterilizzare gli effetti normativi di questo miglioramento.
La necessità di una strategia a lungo termine
L’intervento annunciato da Durigon può rappresentare una soluzione temporanea, ma non può diventare una prassi sistematica. Occorre costruire un modello di previdenza che tenga conto non solo della durata della vita, ma anche della qualità degli anni guadagnati. La pianificazione previdenziale non può basarsi su una successione di interventi tampone. Deve diventare una componente strutturale della strategia economica nazionale.
L’equilibrio tra dati demografici e scelte politiche
Le scelte in materia previdenziale non possono prescindere dall’osservazione dei dati demografici. Tuttavia, la politica ha il compito di interpretare questi dati alla luce della sostenibilità del sistema e delle esigenze della popolazione. Bloccare un aumento dell’età pensionabile può essere comprensibile in una fase di difficoltà sociale o economica, ma non può diventare un modo per ignorare l’evidenza che viviamo più a lungo e che, in media, lo facciamo in condizioni migliori. I prossimi anni saranno decisivi per comprendere se l’Italia sarà in grado di trasformare questa maggiore longevità in un’opportunità o se diventerà un problema irrisolto.
La vera sfida: vivere più a lungo e meglio
Un sistema pensionistico efficace deve accompagnare un invecchiamento attivo della popolazione. Questo significa promuovere il benessere nella terza età, investire in prevenzione sanitaria, rafforzare le politiche di supporto alle famiglie e creare un contesto in cui la longevità sia vissuta come una risorsa. Solo così la maggiore speranza di vita potrà tradursi in un vantaggio per tutti, senza pesare in modo insostenibile sulle generazioni future.
Nel frattempo, è essenziale che ciascuno costruisca la propria strategia finanziaria tenendo conto di questo scenario. L’allungamento della vita comporta una maggiore durata del periodo di pensionamento e quindi un bisogno più elevato di risorse economiche per mantenere il proprio tenore di vita. Risparmio, investimenti consapevoli e previdenza integrativa diventano strumenti indispensabili in un contesto in cui l’orizzonte temporale si dilata. Non si tratta di allarmismo, ma di realismo. Se vogliamo vivere più a lungo con serenità, dobbiamo prepararci con responsabilità.
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