Perché evitare le posizioni short sui titoli può proteggere il tuo portafoglio
Per capire i rischi di una strategia di investimento come quella di “andare short”, è fondamentale comprenderne il funzionamento. L’operazione di short selling, o vendita allo scoperto, consiste nel prendere in prestito azioni da un broker e venderle immediatamente sul mercato a un prezzo attuale, con l’intento di riacquistarle in seguito quando il prezzo sarà sceso. L’obiettivo del trader è ottenere un profitto dalla differenza tra il prezzo di vendita iniziale e quello di acquisto successivo, che dovrebbe essere inferiore.
Tuttavia, la caratteristica principale di questa strategia è che le perdite sono teoricamente illimitate. A differenza di un investimento tradizionale, in cui la perdita massima è pari al capitale investito, una posizione short comporta un rischio molto più elevato. Se il prezzo dell’azione invece di scendere aumenta, l’investitore dovrà riacquistare le azioni a un prezzo superiore rispetto a quello di vendita, sostenendo perdite che possono crescere senza limite.
Questa asimmetria tra potenziale guadagno e rischio di perdita è una delle principali ragioni per cui molti esperti e investitori, tra cui Warren Buffett, sconsigliano questa pratica, soprattutto per chi non possiede una profonda esperienza nei mercati finanziari. Mentre l’acquisto di un titolo offre un rischio limitato (il capitale investito), andare short può comportare una perdita teoricamente infinita, se il titolo continua ad aumentare di valore.
I rischi delle perdite illimitate
Uno degli aspetti più pericolosi del trading short è il rischio di perdite illimitate. Questo è uno dei motivi per cui molti investitori sono cauti nel considerare questa strategia. Quando acquisti un titolo, il massimo che puoi perdere è l’intero capitale investito. Nel caso di una posizione short, invece, non esiste un limite superiore al prezzo di un’azione, e quindi le perdite possono crescere in modo esponenziale.
Un esempio che ha messo in luce i rischi di una posizione short è stato il caso di GameStop nel 2021. Durante quel periodo, un gruppo di investitori, organizzati su una piattaforma di social media, ha fatto aumentare il prezzo delle azioni di GameStop in modo vertiginoso. Molti degli investitori short hanno subito enormi perdite quando il prezzo delle azioni ha superato livelli storici, costringendoli a ricomprare le azioni a prezzi molto più alti di quelli a cui le avevano vendute inizialmente. Questo evento ha evidenziato non solo la vulnerabilità degli investitori short, ma anche la velocità con cui un cambiamento di sentiment nel mercato può trasformarsi in una perdita ingente.
Anche in momenti di grande volatilità come quello della crisi finanziaria del 2008, le strategie di short selling non sono state sempre redditizie per coloro che si erano posizionati contro settori specifici. Mentre alcuni hanno guadagnato, altri hanno perso tutto, soprattutto quelli che non hanno previsto la rapida ripresa che è seguita al crollo iniziale.
L’effetto leva e i costi nascosti
Andare short non è solo rischioso dal punto di vista delle perdite illimitate, ma implica anche una serie di costi nascosti che gli investitori potrebbero non prendere in considerazione. Uno di questi è il costo del prestito delle azioni. Quando un investitore decide di vendere allo scoperto, deve prendere in prestito le azioni da un broker o da un altro investitore. Questo prestito ha un costo, che può variare notevolmente in base alla disponibilità delle azioni sul mercato. Se il titolo in questione è molto ricercato per le operazioni di short selling, il costo di prestito può aumentare significativamente.
Inoltre, se il titolo oggetto della posizione short paga dividendi, l’investitore short è obbligato a coprire i dividendi distribuiti, pagando la somma agli azionisti reali. Questi costi aggiuntivi possono erodere il guadagno o aumentare la perdita della posizione short.
Il trading short, dunque, non è solo una questione di prevedere correttamente la direzione del mercato, ma implica anche una valutazione attenta dei costi associati al prestito delle azioni e al pagamento dei dividendi. Questi fattori potrebbero rendere l’operazione meno redditizia, e in alcuni casi addirittura dannosa per l’investitore.
La difficoltà di prevedere i movimenti del mercato
Una delle sfide principali nel trading short è la difficoltà di prevedere accuratamente i movimenti del mercato. Scommettere sul ribasso di un titolo richiede non solo una comprensione approfondita delle performance dell’azienda, ma anche una valutazione delle condizioni di mercato più ampie. Le azioni possono aumentare di valore per motivi che non dipendono direttamente dai fondamentali dell’azienda stessa. Gli interventi politici, le decisioni delle banche centrali, e i cambiamenti nel sentiment degli investitori possono spingere i prezzi in direzioni imprevedibili, complicando ulteriormente le operazioni di short selling.
Inoltre, i mercati azionari tendono a essere strutturalmente rialzisti nel lungo periodo. Questo fenomeno è legato alla crescita economica, agli sviluppi tecnologici, e ai progressi delle aziende che guidano l’economia mondiale. Le azioni, nel lungo termine, tendono ad aumentare di valore, il che rende il short selling un’attività rischiosa per coloro che non sono preparati ad affrontare le fluttuazioni di breve periodo. A meno che non si abbia una visione molto chiara e specifica di come il prezzo di un’azione si comporterà nel futuro prossimo, il rischio di perdite può essere troppo elevato.
Impatti emotivi e psicologici
Investire in modo generico può già essere un’esperienza emotivamente impegnativa, ma andare short porta questa pressione a un livello superiore. La possibilità di perdite illimitate e la necessità di monitorare costantemente i mercati possono generare stress significativo. La volatilità intrinseca dei mercati può portare a movimenti bruschi e imprevisti che potrebbero costringere l’investitore a chiudere la posizione in perdita o ad adattarsi rapidamente a nuove situazioni.
Questa pressione psicologica può portare a decisioni impulsive o irrazionali. Gli investitori meno esperti possono trovare difficile mantenere la disciplina necessaria per gestire con successo una posizione short, in particolare durante periodi di alta volatilità. La gestione della paura di perdere denaro può risultare travolgente, portando gli investitori a uscire prematuramente da una posizione o a non prendere azioni correttive al momento giusto. In alcuni casi, l’ansia derivante dalla posizione short può influire negativamente sulla capacità di prendere decisioni razionali, peggiorando ulteriormente la situazione.
Alternative meno rischiose per proteggersi dai ribassi
Per coloro che cercano di proteggere il proprio portafoglio dalle fluttuazioni negative del mercato senza incorrere nei rischi delle posizioni short, esistono alternative meno rischiose. Una di queste consiste nell’utilizzare opzioni put. Le opzioni put permettono di ottenere una protezione contro il ribasso dei titoli, ma a differenza delle posizioni short, il rischio di perdita è limitato al costo dell’opzione stessa, che rappresenta il massimo importo che l’investitore può perdere.
Un’altra strategia utile è la diversificazione del portafoglio. Investire in una combinazione di asset che tendono a performare meglio durante periodi di incertezza economica, come obbligazioni o beni rifugio, può ridurre significativamente il rischio complessivo. In questo modo, anche se una parte del portafoglio subisce perdite, altre posizioni possono comportarsi positivamente, limitando l’impatto negativo.
Infine, la costruzione di un portafoglio equilibrato che comprende sia asset tradizionali che strumenti derivati offre una protezione ai ribassi senza esporsi ai pericoli del short selling.
L’importanza di una gestione prudente del rischio
La gestione del rischio è essenziale in ogni tipo di strategia d’investimento. Per chi decide di andare short, la necessità di un piano di gestione del rischio è ancora più forte. Stabilire limiti di perdita chiari, come stop loss, e monitorare continuamente le condizioni di mercato sono pratiche essenziali per evitare perdite devastanti. Tuttavia, anche con un piano di gestione del rischio ben strutturato, il trading short resta una delle pratiche più rischiose e complesse.
Anche un trader esperto può trovarsi sopraffatto dalle circostanze, e per questo motivo molti esperti consigliano cautela. La capacità di rispondere rapidamente agli eventi di mercato e di prendere decisioni informate è fondamentale, ma non elimina il rischio di incorrere in perdite elevate. La gestione del rischio non può mai eliminare completamente l’incertezza, soprattutto in un ambiente di mercato volatile.
Casi studio ed esempi reali
Storia e mercato sono pieni di esempi di investitori che hanno subito gravi perdite a causa di posizioni short mal gestite. Come già accennato, l’episodio di GameStop è un esempio emblematico di come eventi imprevisti possano amplificare le perdite. Anche durante la crisi finanziaria del 2008, alcuni investitori hanno visto crescere le proprie posizioni short con il crollo dei mercati, ma chi non ha saputo cogliere la ripresa ha visto i propri investimenti andare in fumo.
Questi casi dimostrano la difficoltà intrinseca di prevedere i movimenti di mercato e l’importanza di non sottovalutare le forze che guidano i prezzi. Le lezioni che si possono trarre da questi eventi sono chiare: scommettere contro il mercato o su specifici titoli è una strategia rischiosa che richiede una profonda comprensione e una gestione estremamente attenta.
Un approccio consapevole agli investimenti
Evita di ricorrere alle posizioni short non significa limitarsi a investimenti più sicuri o meno sofisticati. Al contrario, una strategia più consapevole implica l’adozione di un approccio disciplinato che include l’analisi dei fondamentali, la diversificazione e l’uso prudente di strumenti derivati. Costruire un portafoglio solido e diversificato riduce l’esposizione ai rischi sistemici e ti consente di affrontare le fluttuazioni del mercato in modo equilibrato.
Investire con una mentalità a lungo termine, senza cedere alla tentazione di scommettere contro il mercato, è la chiave per un successo sostenibile. La pazienza, l’analisi accurata dei dati e una comprensione chiara dei rischi ti permetteranno di navigare i mercati finanziari con maggiore sicurezza, evitando le insidie delle strategie più speculative e rischiose come lo short selling.
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Andare short sui titoli? È come giocare a dadi col vento: rischi di perdere più di quanto pensi di guadagnare. Certo, c’è chi ci prova, ma non tutti hanno le spalle larghe per reggere l’onda di un mercato imprevedibile. Meglio restare coi piedi per terra, puntare su strategie più solide e lasciar perdere i fuochi d’artificio. Perché alla fine, come dicevano i vecchi, è meglio un passo sicuro che un salto nel buio.
Oro o Bitcoin: cosa preferisci?
Ciao Alessia. Entrambi. Vale come risposta? Se fossi obbligato a scegliere però risponderei oro. Il motivo? Mi servirebbe qualche giorno per scriverci un articolo ;-)