Il valore degli investimenti oggi: strategie, criticità e opportunità

Negli ultimi decenni, l’investimento basato sul valore ha attirato attenzione crescente, in parte grazie alle sue radici storiche, che lo pongono come una strategia sicura, comprovata dalla capacità di generare rendimenti superiori nel lungo periodo. Tuttavia, la crescente influenza delle tecnologie dominanti, delle aziende monopolistiche globali e delle forze del capitale passivo hanno sollevato dubbi sull’efficacia dell’approccio del value investing nel contesto attuale. Per rispondere a queste incertezze, è essenziale fare una riflessione profonda sulle basi del value investing e confrontarle con le sfide moderne che potrebbero modificarne l’applicabilità.

Cosa significa investire nel valore?

Definizione e principi fondamentali

Investire nel valore significa cercare titoli sottovalutati rispetto al loro valore intrinseco. La filosofia che guida questa strategia si basa sull’idea che molte azioni vengano scambiate a prezzi inferiori rispetto al loro reale valore, a causa di fattori temporanei, errori di valutazione o sfiducia degli investitori. Questi titoli sono identificabili grazie a diverse metriche, tra cui il rapporto prezzo/utile (P/E ratio) e il prezzo su valore contabile (P/B ratio). Gli investitori di valore cercano di approfittare di queste inefficienze, acquistando azioni di società il cui potenziale non è ancora stato riconosciuto dal mercato, con la convinzione che nel lungo periodo il mercato correggerà queste valutazioni errate.

La storia del value investing

La storia dell’investimento nel valore è radicata in esempi di successo che si sono verificati durante molteplici periodi storici, dai crolli di mercato degli anni ’30 alla bolla tecnologica degli anni 2000. Alcuni dei più noti investitori di valore, come Benjamin Graham e Warren Buffett, hanno dimostrato che questo approccio, fondato sulla pazienza e sull’analisi delle fondamenta economiche delle aziende, può produrre rendimenti elevati nel lungo termine. Sebbene durante certi periodi, come la bolla dot-com e la crisi finanziaria globale del 2008, l’approccio abbia incontrato difficoltà, storicamente si è dimostrato una strategia efficace per coloro che sono disposti a investire con una visione a lungo termine.

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Le sfide contemporanee dell’investimento nel valore

La critica al prezzo su valore contabile

Una delle principali critiche mosse all’investimento nel valore riguarda l’uso del rapporto prezzo/valore contabile (P/B ratio) come principale indicatore di valutazione. Le aziende moderne, specialmente nel settore tecnologico, possiedono asset intangibili come marchi, brevetti e software, che non sono adeguatamente riflessi nei bilanci aziendali. Questo ha reso il P/B ratio meno utile per valutare il valore intrinseco di molte aziende, specialmente quelle che non possiedono grandi quantità di beni fisici o immobili.

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L’influenza delle aziende monopolistiche e delle tecnologie

Un’altra preoccupazione significativa riguarda l’emergere di colossi tecnologici come Google, Apple, Amazon e Facebook, che hanno una posizione di potere monopolistico sul mercato. Le valutazioni di queste aziende sono diventate così elevate che alcune persone ritengono che l’investimento nel valore non possa competere con le performance di queste aziende in rapida crescita. L’influenza di queste aziende ha anche distorto la percezione del valore delle azioni, facendo sì che molti investitori siano meno inclini a cercare società più tradizionali che potrebbero non avere lo stesso appeal.

L’effetto delle strategie quantitative e dei fondi indicizzati

Negli ultimi anni, la diffusione delle strategie quantitative e dei fondi indicizzati ha portato ad un aumento significativo della domanda di azioni, senza una considerazione diretta delle loro valutazioni. Questo ha creato una distorsione nei prezzi delle azioni, riducendo l’efficienza del mercato e, di conseguenza, riducendo le opportunità per gli investitori basati sul valore. Con più denaro che entra nei fondi passivi, il mercato potrebbe non reagire più come una volta alle discrepanze tra valore reale e prezzo di mercato, limitando la capacità di ottenere guadagni da queste inefficienze.

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L’analisi storica del valore nel contesto attuale

Un’analisi dei dati storici

Un’analisi accurata delle performance degli investimenti basati sul valore nel corso degli ultimi 50 anni fornisce una visione interessante. Utilizzando una serie di metriche, non solo il rapporto prezzo/valore contabile, ma anche il rapporto prezzo/utile e prezzo/vendite, possiamo osservare che, contrariamente a quanto suggerirebbero le attuali difficoltà, oggi il valore appare più economico che mai. Nonostante il boom tecnologico e la crisi finanziaria globale, i dati indicano che le azioni di valore sono più convenienti rispetto a qualsiasi altro periodo storico.

L’economicità del valore

Questo fenomeno non si limita a pochi settori o ad aziende specifiche, ma è diffuso attraverso molteplici industrie. Anche escludendo i settori come la tecnologia, le telecomunicazioni e i media, o evitando di considerare le aziende “mega-cap” come Amazon, Apple e Tesla, i titoli di valore si presentano ancora come opzioni estremamente attraenti. La convenienza delle azioni di valore oggi non riguarda una nicchia di mercato, ma rappresenta una tendenza diffusa.

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L’errore umano e la diversificazione come vantaggi del value investing

Il potere delle inefficienze del mercato

Una delle ragioni principali per cui il value investing è ancora una strategia valida oggi è la continua esistenza di inefficienze nel mercato. Gli investitori tendono ad avere bias comportamentali, come l’overconfidence o l’anchoring, che li portano a sovrastimare il valore delle aziende “popolari” e a sottovalutare quelle che sono meno in voga. Queste inefficienze, create dalla psicologia umana, offrono opportunità di guadagno per chi sa come capitalizzare su di esse.

Un altro punto cruciale è che, nonostante il dominio delle grandi aziende tecnologiche e l’influenza dei fondi indicizzati, il comportamento umano non è cambiato drasticamente. Gli errori di valutazione sono ancora comuni e costituiscono una risorsa fondamentale per gli investitori che applicano la filosofia del valore. Le opportunità derivano proprio da questi errori, che continuano a presentarsi nel mercato.

La diversificazione come strategia di protezione

La diversificazione rimane un altro aspetto essenziale del value investing. Le opportunità non derivano solo da singoli titoli, ma anche dal bilanciamento di portafogli diversificati, che permettono di proteggersi dai rischi specifici delle singole azioni. Investire in un ampio numero di società sottovalutate, sebbene talvolta più lente a crescere, riduce il rischio complessivo e aumenta la probabilità di ottenere rendimenti soddisfacenti.

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Le aziende di valore: qualità e performance

La qualità delle aziende di valore

Le aziende di valore, storicamente, sono state spesso percepite come aziende meno brillanti, con margini di redditività inferiori rispetto alle aziende più costose. Tuttavia, l’investitore di valore compra queste azioni proprio perché il prezzo basso compensa le debolezze percepite. Un’analisi accurata delle performance aziendali nel tempo, esaminando la redditività, il debito e altri indicatori chiave, rivela che oggi le aziende di valore non sono peggiori rispetto al passato. Non ci sono prove che queste aziende siano più deboli, in termini assoluti, rispetto alle loro controparti “growth”. La qualità media delle aziende di valore rimane stabile.

Le differenze nei ritorni tra valore e crescita

Sebbene le aziende di valore abbiano storicamente mostrato ritorni inferiori rispetto alle aziende di crescita, i dati dimostrano che, quando acquistate a prezzi abbastanza bassi, le azioni di valore hanno prodotto comunque rendimenti notevoli. Inoltre, in periodi di incertezze economiche o di cambiamenti nei cicli di mercato, le azioni di valore tendono a performare meglio, poiché il loro rischio intrinseco è inferiore rispetto a quello delle società di crescita.

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Le prospettive future del value investing

Le opportunità future

Nonostante le difficoltà recenti, l’investimento basato sul valore ha ancora un posto importante nel panorama finanziario. Non si tratta di una strategia che garantisce successi immediati, ma che rimane solida nel lungo periodo. I dati suggeriscono che il value investing potrebbe vedere un recupero, specialmente in un contesto di mercato in cui le valutazioni sono estreme. La capacità di generare ritorni a lungo termine rimane una delle sue caratteristiche distintive.

Un’opportunità unica in tempi di alta valutazione

Il mercato attuale, segnato da valutazioni estremamente elevate per molte delle principali azioni, rappresenta un’opportunità unica per gli investitori di valore. Sebbene le alternative possano sembrare più attraenti, spesso con rendimenti a breve termine più elevati, le azioni di valore offrono un potenziale di rendimento a lungo termine che potrebbe risultare più elevato, una volta che il mercato correggerà le sue eccessive valutazioni.

Perché il valore potrebbe sorprendere ancora

La psicologia dell’investitore

Il valore dell’investimento non è solo nelle metriche economiche, ma nella psicologia degli investitori. Finché il comportamento umano continuerà a distorcere le valutazioni del mercato, ci saranno sempre opportunità per chi è in grado di individuare titoli sottovalutati. In definitiva, sebbene l’attuale contesto possa sembrare sfavorevole, la lezione che gli investitori hanno imparato nel tempo è che il valore è destinato a emergere.

About the Author: Luca Spinelli

Fondatore e direttore di consulente-finanziario.org, Luca Spinelli è un consulente finanziario indipendente. Specializzato in pianificazione finanziaria e gestione di portafoglio, è appassionato di educazione finanziaria e si dedica a fornire consigli trasparenti ma soprattutto indipendenti per aiutare i lettori a prendere decisioni informate. Con uno stile diretto ed accessibile, Luca rende semplici anche i temi più complessi, garantendo sempre la massima attenzione alle esigenze dei suoi clienti e lettori.

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3 Comments

  1. Alfredo Monti at - Reply

    Non ci sono certezze. Solo probabilità.

  2. Enrico at - Reply

    Quali ETF consigli per principianti?

    • Ciao Enrico. Impossibile rispondere senza conoscerti. Bisognerebbe approfondire età, lavoro, portafoglio attuale, propensione al rischio, obiettivi, etc. Fai un salto in studio in settimana.

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